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Sono più di 12 mila le startup iscritte nel registro del Mise

Stando a quanto riepilogano gli ultimi dati forniti dal presidente di InnovUp Angelo Coletta, nel nostro Paese le startup iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese del Mise sarebbero 12.561, ovvero il 3,4% di tutte le società di capitali di recente costituzione.

Più nel dettaglio, secondo Coletta le startup innovative occupano al 31 dicembre 2019 (non sono ancora disponibili i dati del 2020) una forza lavoro complessiva pari a 61.529 unità, di cui 16.701 addetti e 44.828 soci. Si registra in un anno un incremento del 12,4%, a conferma di un buon dinamismo da parte di questo recinto di attività imprenditoriali.

Dai numeri di cui sopra emerge intuibilmente un forte contenimento dimensionale delle startup innovative, tanto che più di 4 imprese su 10 sono formate da un solo addetto, contro una media di 3,7 persone ciascuna.

Per quanto poi concerne i settori di riferimento, il 75% delle startup si occupa di servizi alle imprese. In esse, il 37% si occupa di produzione di software e di consulenza informatica, il 14% di ricerca e sviluppo scientifico e il 9% di attività legate ai servizi di informazione. Fuori dal contesto dei servizi, il 17% si occupa di manifattura, mentre un altro 3% di commercio.

Per quanto poi attiene la loro longevità, il Ministero dello Sviluppo Economico stima che a partire dall’istituzione della sezione speciale del Registro delle Imprese (2013), quasi una startup su dieci iscritta abbia cessato la propria attività. Ne deriva che circa il 90% delle startup costituite è attualmente in attività.

I finanziamenti

Coletta informa poi come anche sul fronte dei finanziamenti raccolti non vi sia stato alcun passo indietro pur in condizioni di pandemia. In particolar modo, secondo il Politecnico di Milano nel 2020 le startup hi-tech hanno raccolto 683 milioni di euro, ovvero 11 milioni di euro in meno rispetto a quanto raccolto nel 2019. Considerato tuttavia quanto accaduto nel corso del 2020, si tratta di un passo indietro estremamente contenuto.

A questo punto, l’attenzione non può che spostarsi sui prossimi mesi, quando il governo avrà l’occasione di utilizzare le risorse accessibili grazie al recovery plan.