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Salute, staremo meglio grazie alle startup?

Uno dei principali contributi delle startup è il modo in cui hanno plasmato la nuova realtà lavorativa. Con un’organizzazione molto più agile, innovativa e creativa, infatti, le startup sono riuscite a mettere le persone al centro delle loro operazioni, a partire dal loro stesso team di comando. E non è un caso che proprio dalle startup sia sorta una nuova posizione come la Chief Happiness Officer, che si occupa della promozione di strumenti e piattaforme di welfare benefit.

A differenza delle imprese tradizionali, le startup basano gran parte del loro differenziatore sull’empatia, l’ascolto continuo e l’adattabilità al cambiamento. Il che, in fondo, implica offrire queste stesse condizioni ai loro collaboratori, con una cultura del lavoro in cui il salario emotivo, l’equilibrio e il benessere.

Secondo i numeri di Gympass, per esempio, in un confronto effettuato nella regione dell’America Latina le startup in Argentina sono tra le più attive nell’uso di piattaforme di benessere, soprattutto per quanto concerne le applicazioni di nutrizione e mindfulness, mentre le startup messicane iniziano a unirsi a questa tendenza.

I risultati, che possono essere ben traslati anche in altre parti del mondo, ci inducono a pensare a quelli che sono alcuni dei principali vantaggi di startup: essere promotori e un esempio di questa nuova visione del benessere, per rendere ben visibili i vantaggi di proattività e leadership sul tema e smettere di normalizzare alcuni aspetti che non beneficiano né aziende o comunità, come lunghi orari di lavoro, alti tassi di burnout o la mancanza di competitività per attrarre, mantenere e sviluppare il talento.

È un processo culturale che deve essere accelerato, soprattutto quando osserviamo rapporti come il Primo Studio della Felicità Organizzativa 2021, un sondaggio tra più di 3.500 dirigenti e collaboratori compiuto a livello internazionale, che mostra come il 56% dei partecipanti ritenga che le aziende non si siano prese cura del loro benessere, e che il 61% vuole che le aziende si preoccupino di più della loro salute.

Secondo questo studio, le aziende che hanno iniziative di benessere e politiche che permettono la disconnessione attireranno e tratterranno il 38% in più di talenti.

La sfida immediata è dunque l’incorporazione del benessere come parte della cultura aziendale -al di là delle startup- e la promozione di un vero cambiamento nel modo di lavorare. È un’opportunità unica per avvicinarsi davvero al futuro che vogliamo e, forse, proprio dalle startup può arrivare questo positivo cambiamento.